Eurovision Song Contest 2016 e la sua politica in canzoni

In questi giorni sta andando in onda uno degli show europei sicuramente più divertenti e giovanili che ci siano, l' EUROVISION SONG CONTEST.
Questa' anno a rappresentare il nostro paese e la cantante FRANCESCA MICHELIN, che a detta di molti sta dando un certo tocco al festival.  Domani si svolgerà la finale, per la prima volta su Rai Uno e quello che mi ha colpito guardando la semifinale di ieri sera è stato il messaggio che una canzone in particolare ha lanciato. 
Premessa. Nella gara è vietato, espressamente, scritto nel regolamento, messaggi politici..la politica insomma è assolutamente vietata, ma la canzone in gara ucraina (“1944”) parla della deportazione dei tatari in Crimea proprio nel 1944, ordinata da Stalin. Quando si parla di eurovision, tanti non possono fare a meno anche di vedere tra le varie note anche un po' di politica, cosa che reputo naturale. Ad esempio quest' anno la canzone favorita è quella che rappresenta la Russia, e nel caso dovesse domani vincere la gara, l'anno prossimo tutta la manifestazione canora si svolgerebbe in Russia, e considerando che questo festival è sicuramente uno degli show più seguiti dal pubblico gay, come verrebbe questo accolto nel paese forse più omofobo d'Europa?
Una competizione che mette insieme nazione che si fanno la guerra anche attraverso le armi (vedi appunto Ukraina e Russia, o Armenia e Azerbaigian) diventa quasi inevitabile sentire le canzoni solo per semplici canzonette. Però da un altro punto di vista è bello evdere come la musica, vuoi o non vuoi, unisce sempre tutti.


 Jamala ha affermato in un'intervista che la canzone ha per lei un secondo significato: le ricorda infatti che lei e la sua famiglia, come tutti i tatari che vivono in Crimea, "si trovano su un territorio occupato" – facendo riferimento alla crisi della Crimea del 2014 che ha visto l'intervento militare della Russia sulla penisola. Le regole dell'Eurovision stabiliscono che è vietato portare canzoni con un palese significato politico (ad esempio, la canzone georgiana del 2009 We Don't Wanna Put In di Stephane & 3G, un chiaro attacco al presidente russo, era stata squalificata nel 2009, anche se la canzone sulla deportazione degli armeni del 2015, Face the Shadow dei Genealogy, è stata ammessa). Tuttavia, il testo di 1944 non fa riferimento alla situazione attuale in Crimea. Immediatamente dopo l'incoronazione di Jamala a vincitrice in Ucraina, vari politici russi e autorità in Crimea hanno accusato la cantante di voler usare la canzone "per offendere la Russia" e "per sfruttare la tragedia dei tatari per imporre sugli europei la falsa immagine di un presunto maltrattamento dei tatari nella terra russa di Crimea

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